Descrizione

Bologna Popolare di Alessandro Cervellati esplora la vita quotidiana della Bologna popolare, si sofferma su temi come le condizioni di vita, le abitudini sociali, e i costumi dei bolognesi: un quadro vivido della realtà bolognese di fine Ottocento e inizio Novecento arricchito dalle illustrazioni dello stesso Cervellati. Sono qui documentate le tradizioni attraverso i vicoli e i quartieri, facendo riemergere storie dimenticate di una città vivace e piena di contrasti. Un’opera che incarna il cuore pulsante della città, imperdibile per chi desidera immergersi nelle radici storiche di Bologna e coglierne l’anima attraverso occhi che hanno saputo cogliere e raccontare ogni sfumatura.

A cinquant’anni dalla morte di Alessandro Cervellati (1892-1974) questa collana, diretta da Carlo Pelagalli, ricorda l’opera di uno dei più prolifici artisti, scrittori e storici bolognesi, noto per la sua poliedrica attività come testimone della vita culturale bolognese. Nato l’8 marzo 1892, la sua carriera fu segnata da una vita movimentata (da “scavezzacollo”). Studiò a Bologna all’Accademia delle Belle Arti: durante la Prima guerra mondiale servì come bersagliere; rientrato a Bologna partecipò al movimento futurista, al quale contribuì con disegni e articoli satirici. Si distinse per il suo lavoro come docente alle scuole Aldini, poi come illustratore di libri per bambini e come artista. Negli anni della maturità dedicò le sue energie a raccogliere e sistematizzare la storia del folklore e della tradizione bolognese, un interesse che si rifletté in pubblicazioni come la serie Bologna al microscopio; poi con le Piccole storie bolognesi avvio di una vasta serie di saggi sul costume bolognese da lui stesso illustrata.

Collaborò con diverse testate locali e nazionali, scrivendo articoli legati alla vita quotidiana: sin dal 1940, iniziò a scrivere per Il Resto del Carlino e altre riviste, concentrandosi sempre più sul racconto di usanze e tradizioni popolari, e documentando con grande minuziosità il mondo del circo e dello spettacolo. In questi anni si affermò anche come artista e illustratore, contribuì all’organizzazione di mostre documentarie sui burattini e il circo, anche in collaborazione con il Museo Civico di Bologna e altre istituzioni culturali cittadine. La sua opera è quindi un punto di riferimento come artista, come studioso del circo e per chi studia l’arte e la storia del costume bolognese, ambiti che esplorò da una prospettiva molto personale, ricca e diversificata, tale da  renderlo l’ultimo grande testimone della cultura cittadina prima della standardizzazione nazionale e poi della globalizzazione.

Per questo motivo l’opera di Cervellati è una delle migliori testimonianze di una cultura urbana locale autentica, oggi messa a dura prova dalle mode globali e dall’overtourism, ma che con queste ultime potrebbe trovare sempre nuove sintesi creative. Cervellati morì il 29 dicembre 1974 a Bologna, lasciando una vasta produzione di saggi, disegni e articoli (moltissimi conservati nel fondo a lui dedicato in Archiginnasio) che continuano a ispirare studi sulla cultura bolognese e il mondo dello spettacolo.